Saaaaalve a tutti, oggi First Time Review vuole portare alla vostra attenzione Max Payne 3, titolo Rockstar Games dalla fama che parte da qui e arriva fino ai pinguini del Polo Sud (i pinguini, come sappiamo, al Nord non ci sono. Ma basta ciance). Da sfegatato fan della serie avevo grandi aspettative per questo titolo, aspettative che non sono state deluse ma che comunque si son sentite un pò di amaro in bocca (si, le mie aspettative hanno papille gustative). Andiamo ad esaminare nel dettaglio il gioco, ma prima di farlo, tra appena 1 riga, troverete la videoreview, che in questo caso è però più un video di gameplay, nel quale affronto intrepido la prima missione del gioco.
Giuro di essere migliorato nel mirare, è verò che è difficilotto, ma una volta che ci si abitua ti prendi un sacco di soddisfazioni. Mi spiace di non aver potuto includere il video iniziale nella review (se iniziamo una nuova partita senza un salvataggio precedente il gioco prima di dare accesso al menù principale ci mostra un video introduttivo e ne mostra un altro subito dopo aver avviato la nuova partita... più di 10 minuti di video) ma questo ci porta direttamente alla prima critica al gioco:
Caricamenti lunghissimi. Questi avvengono durante i video, i quali ci mostrano l'opzione "salta" solo a caricamento livello ultimato. Che in genere avviene in tipo 4 minuti su un video di 7... giuro, il video introduttivo alla seconda missione dura 7 minuti. Ok, la qualità dei video è superba, così come quella del doppiaggio... ma il non poterlo skippare mi snerva.
BREVE INCIPIT
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pasticche, alcool... e chi sta meglio di lui |
Il gioco inizia con un flashforward sul quale non vi spoilero nulla, finito il quale la storia comincia; Max si trova a San Paolo, in Brasile, dove è diventato una guardia privata al servizio della famiglia Branco. Le fredde notti newyorkesi torneranno solo più avanti nel gioco, ma solo grazie a dei
flashback che "illumineranno" punti bui della trama, come ad esempio le circostanze che lo hanno portato a questa nuova occupazione (ambientate ad Hoboken, ma stiamo li insomma). Il nostro eroe ci viene mostrato mentre affronta una sbornia di quelle triiiisti che generalmente finiscono con un suicidio. Ma per il nostro Max è routine. La scena cambia e Max si trova a bere un drink ad una festa organizzata dai Branco insieme al collega Raul Passos. Qualche sfasatura nel colore dei video ci informa dell'ubriachezza del protagonista. Improvvisamente un gruppo di teppisti filonazi-comunisti (conosciuti come
Comando Sombra) interviene a rovinare il party, rapendo Fabiana, moglie di Rodrigo Branco, e lo stesso Rodrigo.
CONTROLLI
Detto questo, appena preso controllo di Max, notiamo quanto i suoi movimenti siano fluidi e quanto i suoi salti siano fighi. I comandi ricordano un pò quelli del secondo capitolo della saga, tranne per il fatto che il nostro hardboiled ex-poliziotto (
vedi wikipedia) non possa più saltare in giro senza attivare lo shootdodge (aka salto stiloso alla matrix); in compenso nei 9 anni lontano dai PC ha imparato a fare cose nuove, a parte unire antidolorifici ed alcolici, come ad esempio ripararsi dietro gli oggetti dello scenario o girare su se stesso.
I tasti da ricordare sono pochi, le frecce di movimento, SHIFT per rallentare il tempo (il "rallenty" consuma una barra che va ricaricata con le uccisioni), SPAZIO per lo shootdodge (sempre disponibile), Q per nascondersi dietro le coperture TAB per i fedeli antidolorifici, G per la capriola (mai usato, Dio mi è testimone, perchè dovrei fare capriole quando posso shootdodgiare) e X per voltarsi di 180° (anche qui, shootdodge con rotazione a mezz'aria strafiga).
GAMEPLAY
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attacco ravvicinato. A seguire colpo alla testa |
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Killcam! Col passamontagna non si nota bene, ma i nemici
ci tengono a venire bene in queste sequenze |
Per quanto riguarda il gameplay c'è poco da dire, bisogna affrontare un livello lineare facendosi largo tra orde di nemici affamate di voi. Per fare ciò avrete un discreto arsenale, che trasporterete in modo piuttosto realistico, in quanto potrete portare con voi solo fino a 3 armi (2 ad una mano, nelle fondine, e 1 a 2 mani in spalla, con la possibilità di usare assieme le 2 armi ad una mano, anche se diverse, accoppiando ad esempio colt e revolver) selezionabili tramite un "inventario" a schermo da richiamare con la rotella del mouse. Stando a quanto detto avrete dunque molto poco da fare durante i livelli a parte uccidere, premere un interruttore e raccogliere i collezionabili (pezzi delle armi d'oro e indizi utile "alle indagini". Assemblare un'intera arma d'oro aumenterà il danno e il caricatore dell'arma, oltre a renderla... d'oro. Tale "rivenrniciatura" può essere disabilitata); ma è per questo che il gioco è bello: si concentra su quello che ha reso il franchise quel che è: le uccisioni allo
shootdodge, il fiore all'occhiello, vanto e fulcro del gioco: alla pressione del comando, Max si tufferà (se posso aggiungere un parere, in modo molto realistico) al rallentatore nella direzione premuta, dandovi la possibilità di colpire numerosi nemici prima di toccare terra (che spasso quando finisce nei muri! Certe botte...); una volta a terra non si rialzerà automaticamente, avrete la possibilità di continuare a sparare alternando tra lo stare sdraiati sulla pancia o sulla schiena e sarete voi a scegliere se farlo rialzare o premere il tasto Q facendolo accostare direttamente ad una copertura senza prima esporsi al fuoco nemico. Il
sistema di coperture è ben sviluppato, Max si accovaccierà o si accosterà alla copertura in base alla necessità; alcune di tali coperture non sono eterne, sarà quindi bene tenere in considerazione la possibilità di spostarsi. C'è anche un sistema di sparo "alla cieca": quando non vi sporgete dalla copertura per mirare non vedrete il "mirino" ma avrete comunque la possibilità di sparare (il colpo andrà dove tecnicamente dovrebbe essere il mirino se voi poteste vederlo; sfruttate bene quest'informazione). Capirete di aver eliminato l'ultimo nemico di una zona quando si attiverà la
KillCam: una spettacolare inquadratura al rallentatore che segue la traiettoria del proiettile fino al nemico; avrete la possibilità durante questa scenetta di continuare a sparare impunemente andando sempre a segno. Simpatici sono anche i
Quicktime Event (se vogliamo chiamarli così), durante i quali Max farà qualcosa di estremamente scenografico (es. stare appeso ad un elicottero, lanciarsi nella finestra del piano sottostante, tuffarsi in piscina usando una tenda come scivolo, appendersi per un braccio ad una catena) e noi saremo chiamati a sparare a destra e a manca al rallentatore prima della fine dell'evento. A volte sbagliare questi eventi può portare alla morte.
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Appeso ad un elicottero a sparare a proiettili di Bazooka...
ed è solo il secondo livello |
Importantissimò è l'uso degli
antidolorifici, che Max ingerisce come fossero mentine: se non sarete voi a fargliene prendere uno, Max ne ingerirà uno (a patto che lo abbiate) autonomamente quando raggiungerà il limite massimo di danno sopportabile (o anche morte, volendo); quando ciò accadrà lo schermo diventerà grigio e si attiverà il bullet-time automaticamente per darvi la possibilità di uccidere chi vi ha inflitto il colpo mortale (aiutati dal fatto che il mirino vi faciliterà il compito avvicinandosi automaticamente al colpevole e diventando rosso, cosa che non farà per gli altri avversari). Nel caso non ci riusciate, ad esempio nel caso in cui il nemico sia nascosto oppure voi abbiate il caricatore scarico o non riusciate a girarvi per tempo, morirete.
Mia lamentela personale: odio i fucili col mirino laser. Li odio davvero, sono una sega con quei cosi.
Onore al merito va inoltre al Level Design in generale, i livelli di gioco sono una gioia per gli occhi, dettagliatissimi e realistici, resi con una cura quasi maniacale (fa figo dire una cosa del genere), quasi abbastanza da giustificare i 30 giga di hard disk occupato (eggià).
Punto in meno invece per i checkpoint; abbandonato il vecchio sistema di salvataggi rapidi il gioco salva automaticamente i progressi nella storia... ma a volte in punti troppo distanti tra loro, costringendoci a volte a riaffrontare sezioni di gioco particolarmente dure.
STORIA
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Unico lascito dei tanto amati "fumetti" sono le schermate
di caricamento, che riassumono brevemente quel che
è già successo |
Sapremo sempre a cosa pensa il buon Max, anche perché non esiterà a dircelo, cosa che personalmente mi dà un pò fastidio perchè per quanto risulti figo il protagonista sembra essere uscito da un film anni 80 non particolarmente brillante. Ricordano i commenti che faceva sempre nei fumetti di intermezzo dei primi 2 capitoli, solo ripetuti fino alla nausea (dico per dire, il flashforward riguarda il suo essere stato trasformato in un "angelo della morte da quattro soldi"). Starà sempre li a lamentarsi e lagnarsi, "l'inchiostro di questa penna fuori posto è nero come il sangue che mi scorre nelle vene" o "questo toast col burro sciolto non è altro che l'ennesimo morso di questo parco banchetto chiamato vita...gnam!" . Davvero. Sulla trama non dirò nulla, mi limito a dirvi che nonostante alcuni passaggi un pò forzati essa resti comunque di qualità molto buona. Farò però un appunto sul fatto che non abbia nulla a che fare con il Max Payne a cui siamo abituati; l'unico punto d'incontro tra i vecchi capitoli della saga e questo è la tristezza del protagonista che, finita la gente da uccidere per vendicarsi, comincerà a bere come una scimmia. Per il resto, la trama ricorda molto un film d'azione, specialmente a partire dal punto in cui si rasa la capoccia a zero, da lì in poi sembra Die Hard, non solo per il look del protagonista ma anche per le situazioni in cui si troverà coinvolto. Le uniche scene in cui ci ricorderà del suo passato saranno quelle ambientate a New York e poi ad Hoboken, dove sarà vestito con l'inconfondibile trench svolazzante e la cravatta improponibile di fabbrica (non la stessa dei vecchi capitoli, ma Dio che brutta). Questo è un problema mio però, effettivamente la serie aveva bisogno di un nuovo punto di partenza e la Rockstar ha elaborato una trama di tutto rispetto che ripaga per la lunga attesa intercorsa tra Max Payne 3 ed il suo predecessore.
Oltre alla modalità storia, una volta completatala, potremo dedicarci alle modalità più difficili del gioco (già a difficoltà normale troverete alcune sezioni parecchio frustranti), come la modalità "arcade" (fare punti ammazzando nemici) o a quella "ultimo respiro" (si ha un tempo preciso nel quale terminare il livello, che può essere incrementato con le uccisioni); tutte queste modalità hanno un sistema di punteggio grazie al quale potrete competere a livello mondiale con gli altri giocatori del titolo.
MULTIPLAYER
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la stanza in cui sono entrato oggi.. piuttosto spoglia |
Su questo posso dire poco: ho provato a fare una sessione in multi prima di scrivere la review e il sistema di matchmaking mi ha messo in una stanza vuota. Penso di aver detto tutto. Detto ciò posso dirvi che le modalità in cui giocare sono la classica deathmatch a squadre, la modalità "Payne Killers" (6 "sgherri" contro Max e Passos, entrambi dotati delle capacità di Max) e la modalità Gang Wars, una sorte di deathmatch a squadre a rounds con obiettivi casuali.
Avrete la possibilità di personalizzare il vostro avatar, di scegliere le armi con cui equipaggiarlo e di potenziarlo con punti esperienza (ad. esempio prolungandogli lo shootdodge, che dura si e no un paio di secondi. A Max dura finchè non tocca terra).
Personalmente ho giocato molto poco col multiplayer di questo titolo, non essendo particolarmente interessato ad esso ed avvertendo la necessità a campagna finita di far spazio sull'hard disk quanto prima.
Detto questo, termino questa lunghissima recensione che mi ha impiegato quasi 2 ore davanti al monitor, mi chiedo perchè non me ne vado a lavorare, consigliandovi questo titolo che, nonostante mi renda conto di aver molto maltrattato, merita davvero.
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