"Nella giungla dovrai stare finché un 5 o un 8 non compare"
Il film di cui parlerò oggi non ha affatto bisogno di presentazioni: tutti noi da piccoli ci siamo emozionati di fronte a questa pellicola e abbiamo sognato un gioco del genere. L'ho rivisto da pochi giorni proprio per "iniziare" una persona che non aveva ancora avuto il piacere di vederlo.
La trama: nel 1969 il dodicenne Alan trova un gioco da tavolo chiamato Jumanji in un cantiere, sepolto. Decide di giocarci con la sua amica Sarah scoprendo, con orrore, che ad ogni tiro di dado si materializzano creature ed altri elementi della foresta amazzonica. Purtroppo la partita dura poco poiché dopo uno sfortunato tiro Alan viene risucchiato nel gioco. 26 anni dopo due ragazzini si trasferiscono nella casa un tempo appartenuta ad Alan e trovano Jumanji in soffitta.
Il gioco |
Forse sarebbe stato preferibile aggiungere qualche "imprevisto" del gioco in più , dato che ce ne sono molti all'inizio del film e alla fine, mentre la parte centrale è un po' più incentrata sul recupero del gioco andato perso a causa di..beh, non posso dirvelo per non svelarvi le già poche cose che usciranno da Jumanji, ma vi assicuro che purtroppo i dadi verranno tirati ben poco rispetto a quanto si sarebbe sperato.
Il vero punto di forza naturalmente è Robin Williams. L'attore è davvero a suo agio in qualsiasi ruolo e ritengo estremamente esilaranti le sue scene vestito da uomo della giungla. Come ci ha abituati però, Williams sa anche calarsi in parti più drammatiche e nelle scene leggermente più tristi, sebbene non siano molte, sa trasmettere le emozioni che dovrebbe provare il suo personaggio. È bene inoltre segnalare anche Kirsten Dunst, qui appena 13enne, consacrata ai Saturn Awards con una nomination come miglior attrice emergente (premio vinto un anno prima sempre da lei, mentre fu vinto nell'anno di uscita di Jumanji da Christina Ricci per Casper).
È solo una dimostrazione d'affetto... |
Una cosa da non sottovalutare è la componente educativa del film; sebbene non troppo esplicita, la si può notare soprattutto dai discorsi del padre di Alan col figlio che gli impone una vita che non gli appartiene, dimostrandosi un bullo peggiore di quelli che il ragazzino è costretto a fronteggiare incitato dal padre. Ma la pellicola insegna anche che insieme si può vincere, senza nessuna distinzione di età, e che bisogna solo avere il coraggio di continuare ciò che si è iniziato e prendersi le proprie responsabilità.
Il film è tratto da un racconto per bambini, dal quale però si discosta non poco, dello scrittore statunitense Van Allsburg, autore anche di Zathura e Polar Express, entrambi poi adattati cinematograficamente. Inoltre è stata in seguito prodotta anche una serie tv animata, che però non ho avuto occasione di vedere.
In conclusione è ancora un titolo valido che permette di tornare bambini e divertirsi passando una serata leggere; lo consiglio però più a chi lo rivedrà dopo tanti anni che a chi lo vedrà per la prima volta: il secondo infatti non capirà perché il primo si emozioni così tanto, non potendo vivere la componente affettiva nei confronti di questa pellicola.
VOTO: 80/100
- Titolo originale: Jumanji
- Paese di produzione: USA, Canada
- Anno: 1995
- Durata: 100 min
- Genere: avventura, fantastico
- Regia: Joe Johnston
- Sceneggiatura: Jonathan Hensleigh, Greg Taylor, Jim Strain, Chris Van Allsburg
- Produttore: Robert W. Cort, Ted Field, Larry J. Franco
- Casa di produzione: TriStar Pictures
- Interpreti e personaggi:
Kirsten Dunst: Judy Shepherd
Bradley Pierce: Peter Shepherd
Jonathan Hyde: Samuel Parrish/Van Pelt
Nessun commento:
Posta un commento