"Non siamo programmi, Gerty. Siamo persone"
Quella sera mia madre mi aveva chiesto cosa avrebbe fatto di bello in tv da guardare durante la cena. Sfogliando una rivista optai per un dato film (chi si ricorda quale...o meglio me lo ricordo ma non lo nominerò non essendo ben sicuro di aver messo il canale giusto) che però inspiegabilmente era stato rimpiazzato da Moon. Ci abbiamo messo almeno mezz'ora prima di capire che era il film sbagliato...(Balle, l'abbiamo capito subito. Però davvero l'abbiamo visto a casaccio, non so perché).
La trama del film è la seguente: Sam lavora ormai da tre anni su una base lunare adibita all'estrazione dell'Elio-3, in compagnia soltanto del robot Gerty. Le comunicazioni in tempo reale con la Terra non sono possibili a causa di un guasto e Sam è sempre più stanco, nonostante sappia che il suo incarico sta per terminare e quindi potrà tornare dai suoi cari. Un giorno rimane vittima di un incidente all'esterno della base e si risveglia in infermeria, senza ricordo alcuno dell'imprevisto e con Gerty che inspiegabilmente gli impedisce di uscire fuori; nonostante tutto lui esce, facendo una sconcertante scoperta...
Il bianco/nero, il silenzio, la desolazione. In poche parole: lo spazio |
Il film all'inizio sembra essere la
solita pellicola di fantascienza ambientata su un pianeta ostile e
con un robot coprotagonista che sembra nascondere un segreto...in
realtà è dalla metà del film (o poco meno) che si
comincia a capire, attraverso un colpo di scena non originalissimo ma
molto ben fatto, che il regista aveva intenzione di "farcire"
il titolo di una componente filosofica ed emozionale non indifferente.
Purtroppo il già citato colpo di scena
avviene a metà film, ed esso è il culmine della storia; dopo è
tutto in discesa e non si riproporranno altri momenti di elevata
importanza. È questa la pecca maggiore del film: lo spannung (che proprietà di lessico! Che linguaggio tecnico!) non avviene alla fine ma quando la storia è cominciata da poco, causando un "trascinarsi" della rimanente metà della pellicola; non vi sono infatti più misteri né matasse da sciogliere, lo si continua a guardare solo per curiosità, per vedere come andrà a finire l'intera vicenda.
Il film ha un unico personaggio, appunto Sam, e ciò è un aspetto interessantissimo e di grande impatto poiché trasmette ancora di più allo spettatore la sensazione di solitudine che vive il nostro protagonista. In realtà la compagnia ce l'ha ed è il robot Gerty, doppiato dal mitico Kevin Spacey (ed in italiano dal doppiatore "ufficiale" di Spacey, Roberto Pedicini). Questo coprotagonista è molto ambiguo, all'inizio non si capisce quali intenzioni abbia e perché si comporta in un certo modo...ma lo si ama fin da subito grazie alle faccine sul suo monitor che accompagnano le emozioni che vuole trasmettere. Davvero, fa proprio simpatia.
Gerty mi fa tenerezza :'( |
Una scelta tecnica che ho amato per il realismo e per ciò che riesce a trasmetterti è il silenzio che pervade tutte le scene nello spazio profondo. Non si sente assolutamente niente (come dovrebbe essere. Credo. Non sono mai stato sulla Luna) e le atmosfere sono ovattate, in stile quasi monocromatico.
Se inoltre qualcuno crede che questo film sia molto visionario non deve stupirsi, dato che il regista è il figlio di David Bowie. Inoltre a volte sembra una citazione di "2001:Odissea nello spazio", e più visionario di quello ne ho visti davvero pochi.
In conclusione è un titolo che può interessare più ai curiosi che ai veri appassionati di fantascienza dato che del genere ha solo il tema e la location; è da consigliare invece nelle serate dove non si ha niente da vedere e non ci si vuole impegnare troppo con la mente.
VOTO: 79/100
- Titolo originale: Moon
- Paese di produzione: Regno Unito
- Anno: 2009
- Durata: 97 min
- Genere: fantascienza
- Regia: Duncan Jones
- Sceneggiatura: Nathan Parker
- Produttore: Stuart Fenegan, Trudie Styler
- Casa di produzione: Liberty Films UK, Lunar Industries, Xingu Films
- Interpreti e personaggi:
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