Ancora una volta nella mischia, è l’ultima vera battaglia che affronterò.
Vivi e muori in questo giorno, vivi e muori in questo giorno.
Ho avuto la fortuna di vedere questo film da solo, in una saletta cinematografica, con 5 gradi fuori, in un anonimo e comune lunedì sera alle 23. Dico fortuna perché il fatto di aver visto questo titolo in queste condizioni specifiche mi ha portato a riflettere su me stesso, la vita, il mondo, e tante altre cose, grazie anche al significato metaforico-trascendentale che pervade l'intera pellicola.
Ma andiamo con ordine e passiamo alla trama: John Ottway lavora per una compagnia petrolifera inviata in Alaska per un incarico; egli in particolare ha il compito di difendere i lavoratori dai blupi che popolano la zona. Sulla via del ritorno verso casa vi è un incidente aereo e precipitano, restando bloccati tra le nevi e le bufere, braccati da un feroce branco di lupi. Sarà una lotta per la sopravvivenza.
La pellicola è composta da due specifici livelli: quello reale e quello metaforico; per quanto riguarda la realtà è semplicemente la storia di cui ho appena parlato poc'anzi spiegando la trama. Il film però si riveste di un significato più profondo: la lotta contro i lupi e il clima artico in generale sono visti come la battaglia contro le proprie debolezze interne e la voglia di ricominciare a vivere, senza rimpianti né sensi di colpa. Da questo punto di vista riveste infatti un importantissimo significato la poesia ripetuta più volte dal nostro Ottway (la citazione trascritta sotto la locandina).
L'unica arma: i lupi dovranno essere combattuti a mani nude! |
Ogni personaggio ha una propria differente psicologia, che si svilupperà in tutto il film, cosa davvero da apprezzare. Inoltre per come si svolge l'azione si arriva alla convinzione che ognuno di loro può morire da un momento all'altro (e non solo i personaggi che si sono visti di meno) rendendo perciò la visione non prevedibile ma mantenendo accesa l'attenzione e la sorpresa. Voglio inoltre evidenziare l'interpretazione di Frank Grillo, il personaggio forse più riuscito dell'intera pellicola.
In tutto il film si può ritrovare un'atmosfera di rassegnazione, come se tutti i nostri poveri protagonisti supponessero che sia inutile avere speranza di fronte a simili difficoltà. In effetti è da sottolineare la morte del primo personaggio, che Ottway aiuterà a vivere con serenità: è davvero una scena commovente e terrificante allo stesso tempo, forse uno dei momenti più "alti" dell'intera pellicola. Nonostante tutto, però, nessuno (o quasi?) di loro smetterà di lottare, sperando sempre di riuscire a trovare una soluzione a tutto ciò che stanno vivendo.
Uno dei primi confronti |
Una critica da muovere al film è magari l'eccessiva insistenza su alcune scene del passato di Ottway, cioè quelle riguardanti la moglie e il padre. Le vedremo tante e tante volte durante il film, e vi si aggiungerà man mano un piccolo dettaglio; purtroppo l'impressione che si ha è solo di ridondanza.
Una nota prima di chiudere la recensione: se il finale potrà lasciare un tantino interdetti arrivate alla fine dei titoli di coda; vi sarà una piccola scena aggiuntiva, che se da un lato non chiarirà i dubbi dall'altro stimolerà discussioni e considerazioni.
In conclusione The Grey è davvero un film ben fatto, epico, con più livelli di significato funzionali e ben connessi fra loro. Un consiglio? Vederlo da soli così da poter dialogare liberamente con la propria mente durante la visione.
VOTO: 91/100
- Titolo originale: The Grey
- Paese di produzione: USA
- Anno: 2012
- Durata: 117 min
- Genere: avventura, azione
- Regia: Joe Carnahan
- Sceneggiatura: Joe Carnahan, Ian Mackenzie Jeffers
- Produttore: Jules Daly, Joe Carnahan, Ridley Scott, Mickey Liddell
- Casa di produzione: LD Entertainment, Scott Free Productions, Chambara Pictures, 1984 Private Defense Contractors
- Interpreti e personaggi:
Frank Grillo: Diaz
Dermot Mulroney: Talget
Dallas Roberts: Hendrick
Joe Anderson: Flannery
Nonso Anozie: Burke
Nessun commento:
Posta un commento